Scuola Primaria
Il Progetto e le sue Finalità
Il progetto ha avuto l’obbiettivo di educare gli alunni all’osservazione degli spazi e dei luoghi che vivono quotidianamente per poter maturare una chiave di lettura della città che li proietti oltre il consueto e l’abitudinario. Gli strumenti di ricerca utilizzati sono stati: l’ascolto attivo, l’osservazione, la scomposizione degli elementi fondanti la città, la percezione dei materiali e la percezione della città attraverso i sensi e i sentimenti. Dopo tale esperienza, che è il fulcro del progetto, si è passati alla fase progettuale, legata alla loro visione di "città del futuro". Gli ambiti progettuali sono stati lasciati liberi, ispirati esclusivamente dalla mappa sensoriale elaborata in classe. Si è chiesto loro di individuare un luogo del quartiere del quale sentissero particolarmente la mancanza in questo periodo di chiusura o che stimolasse particolarmente la loro fantasia e di descriverlo e immaginare come renderlo migliore. Dal punto di vista della rappresentazione grafica e/o materica si è dato loro qualche suggerimento lasciando comunque la massima libertà di elaborazione.
La Scuola primaria "Giovanni Paolo II" - via Giussani, dell’I.C. Como Rebbio, è collocata nel cuore nel quartiere di Rebbio ed insieme ai quartieri di Camerlata, Prestino e Breccia fa parte del comparto territoriale denominato "Como Sud" situato alla periferia della Città di Como.
Gli studenti sono stati coinvolti nel progetto in modo giocoso: investiti del ruolo di "piccoli ricercatori" hanno avuto il compito di osservare, annotare e condividere quanto scoperto con il gruppo di ricerca. Il tutor, in veste di "guida", li ha supportati in questa avventura.
Il Contesto
Il quartiere di Rebbio è sito nell’area urbana denominata Como Sud che presenta sia grandi aree dismesse (non ancora oggetto di intervento) che aree in fase di riqualificazione urbana ad opera di promotori pubblici e privati. La grande varietà di tessuto urbano e sociale presente in questa zona (in continua trasformazione) è da considerarsi altamente stimolante per un progetto sulla "ricerca" e la "trasformazione" che vede negli studenti, oggi fruitori di questi "vuoti urbani" in fase di trasformazione o ancora da ripensare, gli adulti di domani chiamati a divenire gli artefici di queste trasformazioni.
Fase 1 - Conoscere, osservare, partecipare e condividere
Obiettivo principale di questa prima fase del progetto è quello di fornire ai bambini il maggior numero di strumenti di lettura del significato profondo del termine abitare e di tutte le implicazioni che esso comporta. Pertanto si è tentato di stimolare in loro la coscienza di quanto sia indispensabile un luogo per costruire il tessuto delle relazioni sociali e fisiche e il rispetto e l’amore per gli spazi urbani.
Il progetto ha inoltre l’intento di far riflettere gli studenti sul concetto di cittadino e sulla responsabilità che questi ha nei confronti della propria città.
Si è cittadini da quando si nasce e pertanto si è portatori attivi di diritti e doveri: se si vuole coltivare una generazione di adulti consapevoli bisogna educare i bambini alla cittadinanza fin dalla più tenera età.
Domande poste ai "piccoli ricercatori":
- Cosa significa abitare?
- Cos’è il mestiere dell’architetto e per quale motivo è stato scelto come "regista" di questo progetto?
- Sono utili le regole? Perché sì? Perché no?
- Quali regole devono rispettare gli abitanti di una città? Perché?
- Cosa significa ascoltare?
- Si può ascoltare una città? Le città hanno un colore, un odore, un sapore?
- Preferite la lentezza o la velocità in una città? Perché?
Esercizi di osservazione:
- Riesci a riconoscere i luoghi dalle loro forme?
- Cosa ti ricordano quelle forme?
- Riesci a riconoscere un luogo da piccoli particolari?
Fase 2 - Orientasi, associare i luoghi alle sensazioni e trasformare i luoghi in base alle proprie aspirazioni
Solo dopo una prima fase di analisi, confronto ed ascolto reciproco si è passati ad una fase più creativa. Si è chiesto ai bambini di individuare sulla planimetria i luoghi della famiglia, dell’amicizia, della conoscenza, dell’incertezza e dell’abbandono e di abbinarli a delle emozioni attraverso dei colori codificati. Questo esercizio molto semplice è stato funzionale a far percepire agli studenti quanto i luoghi influenzano il nostro umore; lo spazio "abitato" agisce più o meno consapevolmente sul nostro spazio interiore e viceversa.
La ricerca è dovuta poi proseguire in maniera individuale in quanto sono sopraggiunte le restrizioni date dall’emergenza COVID19, ma i piccoli ricercatori hanno comunque dato prova di aver colto appieno il messaggio trasmesso loro sull’importanza dello spazio urbano.
Con grande originalità e creatività hanno elaborato i loro "progetti di trasformazione" del loro quartiere.
Del mio quartiere mi piace tutto tranne quando ci sono molte macchine e mettono le carte a terra ed inquinano molto - Matilde
Io vengo a scuola in macchina però preferirei venire in bicicletta - Matteo
Io vengo a scuola in macchina però preferirei venire a piedi - Giorgia
Abitare significa stare in qualsiasi posto, affezionarsi ad un luogo come se fosse una persona - Francesca
Abitare significa stare con gli amici, andare alle feste, andare in giro, giocare al parco - Bhusra
L’architetto serve per poter costruire per il paese a cui servono costruzioni - Giorgio
Un architetto per poter costruire deve conoscere bene l’ambiente - Valentina
L’architetto misura le cose. Ti prende le misure se devi cambiare la cucina - Hakan
Per me le regole sono importanti perché non bisogna inquinare l’ambiente - Andrea
Se stai giocando ad un gioco da tavola, ci sono le regole, e vanno rispettate - Adam
Se non ci fossero le regole la città sarebbe un manicomio - Giorgia
Ascoltare significa porre rispetto a chi sta parlando. Si può ascoltare anche con il cuore - Viola Z.
Quando passi per strada senti il rumore delle macchine, quando passi per il parco vedi i colori, vedi la natura - Viola C.
Io preferisco la lentezza perché puoi goderti tutto il paese...e chi va piano va sano e lontano - Giorgio
Io preferisco fare le cose con calma, avere tempo in tutto e osservare la città - Shad
A me piace sia la lentezza che la velocità. La lentezza per fare le cose con calma, la velocità di internet fa risparmiare tempo. La tecnologia deve andare avanti… - Greta G.
CNA, Ordine Architetti di Como, Rotary, Scuola Primaria di via Giussani IC Como Rebbio, Scuola Secondaria A. Moro, Liceo Volta, le maestre e i professori.